Facile, sedando la tua scimmia! La gente comune e specie i professionisti, si rivolgono a noi, formulandoci questa frase emblematica e ricca di implicazioni emotive.
Non neghiamo che all’inizio della nostra attività, rimanevamo scossi di fronte a queste frequenti richieste, ma francamente, ora non più!
Questo articolo servirà a farti intuire come i buddisti riescano ad essere felici molto più facilmente di noi occidentali e introdurremo una strategia antica che io stesso, in prima persona ho applicato per mettere pace al mio cervello e sono certo che potrà piacerti!
Chi mi segue più da vicino, conosce benissimo le mie propensioni al mondo buddista perchè da esso traggo enormi fonti di ispirazioni e crescita personale continua.
A dire il vero, mi sono spesso interfacciato con monaci buddisti, abituati a vivere a stretto contatto con popolazioni composte in parte da individui molto poveri, malati ed indigenti, eppure inspiegabilmente positivi e sorridenti!
I buddisti mi hanno spesse volte chiesto se conoscessi il motivo di questa contrapposizione, formulandomi domande del genere:
“Come è possibile che persone che hanno tutto, cioè che sono in salute, hanno un tetto stabile, sono benestanti ed hanno una vita con tante opportunità, possano non essere felice?".
La mia risposta spesso combacia con la loro idea ed alla fine giungiamo insieme alla conclusione che la colpa dell’infelicità dell’uomo occidentale sia da ricercare nella mancanza di una mission che provoca una sorta di confusione mentale dovuta all’eccesso di benessere, che alimenta crisi e dubbi esistenziali.
Cosa si intende per confusione mentale? Il continuo passare da un pensiero all’altro in maniera frenetica, quasi compulsiva, senza soffermarsi su nessuno di questi in particolare.
Una situazione molto studiata dalle università mondiali e che dà origine al cosiddetto “overthinking“, il pensare troppo, vero e proprio nemico della felicità.
Il mio approccio è sempre scientifico ma i buddisti, per spiegare meglio questo particolare stato nella maniera più semplice possibile, fanno spesso ricorso alla metafora della scimmia!
Orbene, secondo il buddismo, la mente umana è assecondabile ad una scimmia, non casualmente, uno degli animali più emotivi in natura, capaci di provare le stesse sensazioni dell’uomo, quali dolore, gioia, euforia, tristezza, paura, ansia, persino la nostalgia!
La scimmia, come noi del resto, non è sempre nello stesso stato emotivo.
Alcune volte sarà felice, altre volte no! La mente umana funziona nello stesso modo, con una grande differenza: ogni singolo individuo può decidere di intervenire sulla propria “scimmia”, ovvero sulla propria mente!
La maggior parte delle persone non è “consapevole”, non percorre un sentiero di crescita personale, non ha alcuna voglia e necessità di controllo sulla propria mente.
La scimmia è pertanto, senza controllo, corre freneticamente dappertutto, è irascibile ed urla anche senza motivo, vive nel caos più totale, sempre e costantemente in emergenza!
Secondo la filosofia orientale, spesso la scimmia potrebbe essere curiosamente "ubriaca" (senza il minimo controllo su se stessa) oppure “punta da uno scorpione”, il cui veleno l’ha intontita e la mantiene in uno stato di perenne confusione.
La scimmia della nostra mente è sempre in movimento, mai ferma, passa costantemente da una liana all’altra senza sosta perchè: non sa cosa vuole!
Questa è la metafora della scimmia! Se non impariamo a controllarla, ci troveremo con una mente impazzita, incapace di concentrarsi su un unico pensiero ma sempre in movimento e senza la possibilità di prendere coscienza di qualsivoglia aspetto della vita.
Così, concentrarci su ciò che ci rende felici è impossibile!
Se vogliamo imparare ad esser felici, il primo passo dovrà esser quello di controllare la nostra scimmia.
Dobbiamo cercare di spogliare la mente da tutto ciò che la tormenta. Come?
Basta prendersi, ogni giorno, pochi minuti per stare soli con se stessi, chiudere gli occhi, respirare profondamente e lasciare che i pensieri scorrano!
Il fine ultimo è … non pensare! Secondo i monaci, se imparerai a non trattenere i pensieri, questi si allontaneranno dalla mente, lasciandola respirare!
Dopo qualche giorno ti renderai conto di avere una mente sgombra e rilassata.
Ammetto che sembra facile, ma non lo è affatto, specie all’inizio ma la costanza tenderà a sedare la tua scimmia e con questa impostazione mentale potrai concentrarti sull’accettare solo i pensieri positivi.
Con questa libertà di pensiero potrai comprendere ciò che fa bene e ciò che nuoce alla tua vita, tenderai non più a “sopravvivere” ma a cercare il tuo motivo di vita!
Senza rendertene conto, avrai iniziato a praticare la disciplina spirituale che i monaci buddisti di tutto il mondo portano avanti quotidianamente da secoli: la “Meditazione".
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Non lo farai per me, ma per l’importantissimo benessere della tua scimmia!
Spero di esserti stato utile anche oggi! Ti auguro una sana consapevolezza!
Work hard and smart by Tony di investosudime.com
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Con stima ... Tony di investosudime.com e ci vediamo dall’altra parte! Ciao da Tony
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