Sembrerebbe una sensazione spiacevole che si prova quando si subisce un danno fisico o psicologico, ma esso ha una funzione di allarme, è una spia sul nostro cruscotto che ci avvisa di proteggere il nostro corpo da ulteriori danni.
Il dolore può essere causato da vari tipi di stimoli, come il calore, il freddo, la pressione, la lacerazione, l’infiammazione, ecc.
Può essere classificato in base alla sua origine, alla sua durata, alla sua intensità e alla sua qualità. In questo articolo scopriremo perchè è necessario!
L’origine del dolore può essere:
-Nocicettiva, se provocata dall’attivazione dei nocicettori, recettori sensoriali che rilevano gli stimoli dannosi per i tessuti. Il dolore nocicettivo può essere somatico o viscerale, a seconda che interessi i tessuti superficiali o gli organi interni, più profondi.
-Neuropatica, se causato da una lesione o una disfunzione del sistema nervoso periferico o centrale. Può essere periferico o centrale, a seconda che interessi i nervi o il cervello e il midollo spinale.
-Psicogena, quando il dolore non ha una causa organica evidente, ma è influenzato da fattori psicologici, come lo stress, l’ansia, la depressione, ecc.
Può essere:
-Acuto, quando il dolore ha un’esordio improvviso e una fine prevedibile, si che potrebbe essere catalogato come allarme corporeo. Legato a un evento traumatico o patologico e scompare con la guarigione della causa scatenante.
-Cronico, quando il dolore persiste oltre i tre mesi dalla causa iniziale o oltre il tempo di guarigione previsto. Il dolore cronico non ha più una funzione di allarme, ma diventa una condizione patologica a sé stante, che compromette la qualità di vita della persona.
Può essere:
-Lieve, quando il dolore è tollerabile e non interferisce con le attività quotidiane.
-Moderato, quando il dolore è fastidioso e limita alcune attività quotidiane.
-Grave, quando il dolore è insopportabile e impedisce di svolgere qualsiasi attività quotidiana.
Dolente, quando il dolore è continuo e sordo.
Pungente, quando è intermittente e acuto.
Bruciante, quando è intenso e simile a una scottatura.
Lancinante, quando è improvviso e penetrante.
Formicolante, quando è accompagnato da una sensazione di spilli e aghi.
Crampiforme, quando è causato da una contrazione involontaria dei muscoli.
Per valutare il dolore, si usano delle scale di misurazione che permettono di quantificare l’intensità e la qualità del dolore percepito dalla persona ma non le tratteremo in questo articolo per non sembrare troppo prolissi.
Per trattare il dolore si usano dei farmaci della grande famiglia degli analgesici che riducono la trasmissione dello stimolo doloroso al cervello. Gli analgesici si dividono in:
-Antinfiammatori non steroidei (FANS), che agiscono bloccando la sintesi delle prostaglandine, che sono delle sostanze chimiche coinvolte nell’infiammazione e nel dolore. Esempi di FANS sono l’aspirina, l’ibuprofene e il naprossene, da prendere necessariamente a stomaco pieno per evitare gastriti.
-Oppioidi, che agiscono legandosi ai recettori oppioidi presenti nel sistema nervoso centrale e periferico, che sono coinvolti nella modulazione del dolore. Gli oppioidi si dividono in deboli, come il codeina e il tramadolo, e forti, come la morfina e il fentanil.
-Adiuvanti, farmaci che non hanno un’azione analgesica diretta, ma potenziano l’effetto degli altri analgesici o agiscono su tipi specifici di dolore, come il dolore neuropatico. Esempi di adiuvanti sono gli antidepressivi, gli anticonvulsivanti e i corticosteroidi.
Oltre ai farmaci, per trattare il dolore si possono usare anche delle terapie non farmacologiche, come la fisioterapia, la psicoterapia, le tecniche di rilassamento e meditazione (onnipresente), l’agopuntura, la stimolazione elettrica nervosa transcutanea (TENS), ecc.
Il dolore è un fenomeno complesso che coinvolge sia aspetti fisici che psicologici. Può influenzare negativamente il benessere e la qualità di vita della persona che lo prova, ma può anche essere alleviato con una corretta valutazione professionale e un adeguato trattamento prescritto da idoneo specialista, senza avventurarsi con l'onniscente Dr. Google!
Sensazione spiacevole che si prova quando si subisce un danno emotivo o una perdita significativa.
Può essere causato da vari eventi, come la morte di una persona cara, una delusione amorosa, un trauma, una malattia, ecc.
Il dolore psicologico può influenzare negativamente il benessere della persona che lo prova, ma può anche essere superato con una corretta valutazione e un adeguato trattamento.
Per superare il dolore psicologico, ci sono alcune strategie che possono aiutare, come:
Queste sono solo alcune delle possibili strategie per superare il dolore psicologico. Ogni persona ha il proprio modo di affrontare il dolore e il proprio tempo per guarire. L’importante è non arrendersi e cercare sempre di vivere al meglio la propria vita.
Il dolore è necessario all'essere umano perché, protegge dalla morte e dal danno fisico, ci avverte di pericoli e lesioni, permettendoci di evitarli o di curarli prontamente; ci motiva al cambiamento e alla crescita perchè dolore ci spinge a cercare soluzioni ai problemi, a imparare dai nostri errori e a crescere come persone; ci rende più empatici e solidali perchè Il dolore ci permette di comprendere le sofferenze degli altri, renderci più compassionevoli e offrire loro, supporto, come dei veri esseri umani, di nome e di fatto!.
Spero di esserti stato utile anche oggi e ti auguro una sana consapevolezza!
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