Questo articolo tratterà le novità sui Paradisi Fiscali, cioè quei Paesi con regime fiscale particolarmente “accondiscendente” che spesso coincidono con gli stessi a ridotto scambio automatico di informazioni che non aiutano cioè, specie i Governi UE nel risolvere problematiche come evasione o elusione fiscale!
Per i suddetti motivi, tali Paesi rientrano nella cosiddetta “Black list”, oggetto di numerosi interventi nell’arco degli ultimi anni. Vedremo quali e perchè!
Come parzialmente detto nel prologo, sono quelle Nazioni in cui è in vigore un regime fiscale privilegiato, insolitamente basso oppure addirittura nullo! Unitamente a ciò questi Paesi si caratterizzano anche per la scarsità o assenza dei predetti meccanismi di scambio di informazioni fiscali automatizzate, con altri Paesi.
I Paradisi Fiscali, sono stati censiti inizialmente nella Black list italiana definita dal D.M. 4 maggio 1999 che tratta l’elenco di Paesi emanato in attuazione dell’articolo 2, comma 2 del DPR n. 917/86, che disciplina la residenza fiscale delle persone fisiche che emigrano in tali paesi.
In particolare, detto articolo, afferma che nel caso in cui un soggetto si trasferisca stabilmente in uno di questi Stati, sarebbe a suo carico la prova che contrasti la presunzione relativa di fittizia residenza estera, cioè dovrebbe motivare che il suo trasferimento sia effettivo e non legato a meccanismi fraudolenti.
Le persone fisiche iscritte all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’estero), cioè cancellate dalle anagrafi della popolazione residente e trasferitesi in paradisi fiscali, dovranno essere in grado di fornire prova contraria, nominativa, precisa, per portare l’Amministrazione finanziaria a comprovare la residenza fiscale estera del contribuente.
Per la lotta all’evasione e all’elusione fiscale internazionale, l’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico ), costituisce un prestigioso organismo per la standardizzazione, diffusione e scambio di dati e analisi, di confronto ed armonizzazione delle migliori prassi sulle politiche pubbliche a livello nazionale ed internazionale, fornendo consulenze ai Governi dei Paesi membri sulle misure a sostegno di una crescita resiliente e inclusiva.
Infatti, nell’emblematico e quasi storico Consiglio OCSE del luglio 2014, è stato introdotto uno “Standard”, approvato poi nel successivo Settembre, dai Ministri delle finanze e dai Governatori delle banche centrali del G20, il quale ha posto le basi al “bisogna fare tutti alla stessa maniera per capirci qualcosa” (smile)!
Evitando inutili tecnicismi, esso si compone di un modello di accordo intergovernativo che definisce le norme che regolano lo scambio stesso e che può essere sia di tipo bilaterale che multilaterale, regole comuni che disciplinano le procedure per l’adempimento degli obblighi di adeguata verifica e di comunicazione (“Common Reporting Standard” o CRS), un commentario per i principali chiarimenti interpretativi e le regole tecniche per la trasmissione delle informazioni.
Il lavoro svolto dall’OCSE ha, di fatto, schiaffeggiato molte altre organizzazioni globali dormienti che non conoscono abbastanza il termine “standardizzare”, omologare per rendere facile ed intellegibile la lettura e la comprensione di dati, apparentemente differenti.
Grazie agli encomiabili sforzi OCSE, molto probabilmente, nei prossimi anni l’elenco dei Paradisi fiscali (…e non solo!) diverrà soltanto un ricordo e SPERO che finalmente si affronti il VERO grande problema: i Paesi UE TROPPO accondiscendenti fiscalmente con i giganti web USA (Amazon, Fb, ecc.) che si accontentano di briciole e permettono, invece, di riempire le casse a "stelle e strisce" con vagonate di miliardi da noi europei.
Parlo, ovviamente di Paesi come Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi che detengono le sedi fiscali di tali Aziende per becero ed egoistico opportunismo e non per una logica accrescitiva comunitaria! Perchè questo silenzio della UE? Dimmelo tu, nei commenti!
Il suddetto D.M. del 1999 nel corso degli anni è stato più volte modificato. In particolare, il decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 45 del 24 febbraio 2014, ha introdotto modifiche all’individuazione di Stati a fiscalità privilegiata ai fini IRPEF.
L’emissione più recente, costantemente aggiornata, si riferisce al 14.02.2023, potrai cliccare qui per vederla sul sito istituzionale, ed eccone un sintetico stralcio con delle belle sorprese:
Ebbene si, all’inverso è possibile costituire una lista di Paesi detti “virtuosi e collaborativi” che hanno sottoscritto standard di trasparenza globale, individuati dal D.M. 17 gennaio 2017.
Infatti, tali 81 Paesi, che ti invito a visionare scaricando l’allegato formale, si sono impegnati a fornire scambio di informazioni rilevanti per attuare regimi fiscali “trasparenti“ ed ingrandire così, la rete tributaria a più "pesci" possibile.
Direi proprio di si! Infatti, l’Unione Europea ormai da tempo s’impegna a migliorare la governance in materia fiscale univoca, a livello internazionale, e per tale motivo ha prodotto, anch’essa, una lista di Paesi detti “non collaborativi”.
Come già visto, l’UE aggiorna costantemente l’elenco grazie ad un intenso processo di analisi e di dialogo guidato da Commissioni addette sulla base di criteri principali: Trasparenza fiscale, buona governance, attività economica reale ed esistenza di aliquota dell’imposta sulle società pari a zero.
L’elenco prodotto si è dimostrato altamente efficace, poiché molti Paesi hanno modificato la propria legislazione nazionale ed, infatti, la lista è molto corta rispetta al passato!
Tale lista comunitaria è uno strumento utile per contrastare: la frode e l’evasione fiscale da mancato pagamento o pagamento parziale delle imposte, in violazione della legge, l’elusione fiscale tramite l’uso di mezzi legali per ridurre al minimo gli oneri fiscali e il riciclaggio, cioè l’occultamento dell’origine dei capitali ottenuti illegalmente.
Si tratta di una lista di Paesi non appartenenti all’UE che incoraggiano pratiche fiscali abusive, che erodono gettiti fiscali degli stati membri provenienti dalle imprese. Attualmente, è composta da 14 Paesi ma fino a 2 anni fa era composta da molti più Stati.
Dovrai solo cliccare qui per visionare la lista aggiornata e pensa che è stata concepita SOLO dal 2017, forse perchè non è mai stata vista come una priorità oppure (scusatemi se pecco! Ahahahah) forse avrebbe scoperto qualche nome illustre di pseudo politico!
L’elenco UE in pochi anni, ha portato a cambiamenti nelle pratiche fiscali a livello mondiale che sarebbero stati inimmaginabili un decennio fa. La UE ha finalmente uno strumento comune per affrontare i rischi di abuso fiscale e concorrenza fiscale sleale a livello mondiale.
Non ha nessun valore coercitivo! Semplicemente, i Paesi che ne fanno parte non potranno ricevere aiuti dall’UE, a meno che non si tratti di aiuti allo sviluppo. Per il resto imprese e privati potranno continuare ad averci a che fare senza rischiare nessuna sanzione a livello europeo.
Inoltre, l’UE incoraggia i singoli Stati a mettere in atto volontariamente, sanzioni più stringenti se ritenuti necessari, come stabilire una tassa su tutte le transazioni economiche da e per lo Stato, oppure imporre controlli fiscali a tappeto, nei confronti dei privati e le Aziende che ospita.
Insomma, a livello globale, è sempre più difficile evadere capitali e lo sarà sempre di più ma non impossibile trasferirsi in Paesi con trattamenti fiscali meno asfissianti rispetto a quello italiano (da record) o, in genere, europeo.
Per tali molteplici motivi, prima di effettuare operazioni internazionali, bisognerebbe rendersi edotti circa le reali opportunità, costi e benefici dell’operazione.
Senza alcun timore, dovrai renderti conto che è una cosa del tutto legittima pensare alla protezione del proprio patrimonio tramite un opportuno risparmio fiscale e per questo ti consiglio primariamente di affidarti ad esperti internazionali del settore perchè è davvero indispensabile fruire di una corretta consulenza di conformità ad una Tax Planning internazionale.
Personalmente non mi affido solo ad un grande professionista accreditato ma anche a un grande amico, di enorme esperienza e carisma caratteriale, che ha fondato una Società riconosciuta ormai da anni a livello internazionale, basata su Londra, Milano e Dubai (prossimamente).
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Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi e dovessi avere dei commenti o domande da formulare, fai pure, qui di seguito!
Un grande abbraccio da Tony di investosudime.com e ci vediamo dall’altra parte! Ciao da Tony
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